alt(r)e vie

frassatiHo passato una settimana in montagna, a gestire un rifugio con degli amici dell’Operazione Mato Grosso.

Ci sono momenti in cui ti senti così pieno di vita, così stupefatto dall’umanità che sorridi soddisfatto.

Osservo il mondo con la solita curiosità, mi stupisco ogni volta. Quante persone camminano da sole – letteralmente; quante altre invece decidono di incontrarsi e condividere momenti di vita. Quanti chiudono porte sbattendo pugni, ma solo per nascondere la loro tenerezza. Quanti piccoli fratelli uguali a me, che cercano la perfezione nascondendosi dietro a frasi fatte… quanta perfida voglia di smascherarli, e quanto desiderio di prendermi pazientemente cura di loro, così come qualcuno si è preso cura di me…

Ogni giorno ho incontrato volti di sconosciuti segnati dalla fatica di un cammino di montagna. Chi glielo fa fare? E le volte che anche io mi sono trovata tra quei volti? C’è una gioia particolare nella sfida contro la fatica. La soddisfazione di farcela, la soddisfazione di aver vinto la bellezza.

buona strada…

 

dubbi

A volte continui a chiederti “perché?” anche quando le cose vanno come avresti sperato tu. L’incertezza rimane, la gioia ha un fondo come di sabbia fine che disturba.
Caso mai il tuo cervello non si ricordasse che è sempre tutto più difficile di come sembra, ci pensa il cuore a instillare il dubbio.

Animali

E’ capitato – e spero non capiti più – che io fossi in una sala operatoria, con un’allegra combriccola di medici che chiacchieravano tranquilli sopra la mia testa incappucciata, sopra elettrodi e apparecchiature. Si parlava di cani, canilie volontariato. E di un cane psicotico, appartenente a non so chi. Qualcuno preoccupato ha chiesto: “Ma non lo abbattono, vero?” e colei che mi stava per fare l’anestesia ha esclamato: “Ma spero proprio di no! Non eliminano le persone psicotiche, figuriamoci i cani!!”

Lì per lì ho creduto di aver inteso male. Forse l’agitazione, forse l’anestesia… no, un momento: l’anestesia ancora non me l’aveva fatta!
Ho velocemente rielaborato la sintassi della frase: niente, tutto corrispondeva. Allora timidamente (ricordo che ero sdraiata impotente) sono intervenuta: “Ma… sono persone… i cani sono animali…”
Lei, già pronta con l’ago per pungermi: “Sì, ma molti animali meritano più delle persone!”.

FATEMI USCIREEEEEEEEEEE!!!

Probabilità…

Chissà perché succedono certe cose e non altre. Avrebbero forse la stessa probabilità, ma non tutte avvengono.
Chissà perché a volte mi domando come sarebbe stato se fossero accadute quelle altre, di cose.
Se tutto fosse andato diversamente, o non tutto, solo qualche piccolo evento. Che so, un incontro finito diversamente, un’amicizia continuata, un saluto non tolto, un inizio in diverse condizioni…
E mi chiedo se qualcun altro pensa a quello che sta facendo. Chissà se c’è qualcuno che fa quello che non vuole fare, e lo fa per caso, e lo fa male, e non si rende conto che c’è chi sogna di fare proprio quella cosa lì… e i sogni restano chiusi in un cassetto di un comodino davanti a cui c’è un mobile tanto pesante che quel cassetto non si aprirà mai.
Chissà se c’è qualcuno che si rende conto di quanto vale quello che sta facendo, proprio perché è la conseguenza di tanti piccoli avvenimenti che sarebbero potuti andare diversamente…

Limoni e spremiagrumi

Ci sono giornate, come quella di ieri, in cui l’unica soluzione della vita ti sembra che sia “sopravvivere”. Sopravvivere perché ci sarà sempre chi urla più forte di te una verità falsa, e tu non potrai far nulla per farti spazio in quest’universo. Allora arrivi a sera arrabbiata e delusa.
E hai sprecato una giornata, con il rischio molto alto di sprecare allo stesso modo tutte le giornate che minacciano di partire male.

Ma ogni giornata è un dono speciale, possibile che non si riesca a vivere questo dono nel modo migliore?
Mentre mi ponevo questi interrogativi esistenziali, mi è venuta in mente un’immagine. Un “correlativo oggettivo” veramente molto concreto.

Limoni e spremiagrumi.
Ci sono due categorie di persone: gli spremiagrumi, dai più semplici in acciaio, a quelli in plastica colorata, a quelli elettrici, a quelli che levano anche la buccia, e i limoni, succosi o non succosi.
Gli spremiagrumi sembrano dotati di molta importanza, il loro compito è spremere il limone e fare così un buon succo, utile all’umanità (o al cuoco), si gongolano nel loro mestiere con suoni e tecnologie.

I limoni, invece, vengono spremuti, ridotti all’osso, devastati.
Se sono passati anche dalla grattugia nella fase precedente (per la buccia) arrivano a fine trattamento completamente irriconoscibili.
Insomma, la vita del limone è davvero un’infamia. Una vita per essere spremuto. Bello, giallo, luccicante… e alla fine completamente consumato.
Però però però…
Se il succo è buono… il merito è del limone!
E’ il limone, non lo spremiagrumi, che dona sé stesso, che dona il suo succo, che rende le cose buone!

Allora il mio pensiero si è concluso non più solo con la consapevolezza di essere un limone, ma con la speranza di essere un bel limone succoso, pronto da spremere!!

Buona giornata ai miei amici limoni…

Giudizi

Ecco una cosa che crediamo di saper fare proprio tanto bene. Dare giudizi. Ci viene spontaneo e automatico giudicare una persona secondo i nostri parametri, senza mai domandarci se i parametri che applichiamo sono giusti o sbagliati, senza mai interrogarci se si adattano o meno alle circostanze.

Io in primis riesco a dare giudizi nei primi cinque minuti di conoscenza. E’ quell’impatto che ti fa capire se una persona è fredda o socievole, se può essere affine a me di carattere o vivere in un altro mondo. Ma poi basta, poi bisognerebbe avere il coraggio di fermare il treno e aspettare la fermata giusta. Noi andiamo avanti, giudicando la maturità delle persone, affibbiando attributi e nomignoli che peschiamo dalla nostra storia personale. E per noi è un mostro chi non lava un bicchiere, ma se l’altra persona un bicchiere non l’ha mai avuto? Come può pensare di lavarlo?

Se non ha mai avuto affetto, come può darlo? Se non lo ha mai salvato nessuno, come può essere la Salvezza per qualcun altro? Ci crogiuoliamo nei nostri giudizi perché sono rassicuranti, perché ci fanno credere di vivere in un mondo di certezze, un mondo che non crollerà perché tutto va bene.

Cambiare prospettiva ci farebbe molto bene.

D’altra parte, io di certezza ne conosco una sola al mondo. E la certezza che conosco non ha giudicato: è salita in croce.

Leggere

… A volte guardare gli occhi delle persone è come aprire le pagine di un quaderno e leggere a chiare lettere le parole scritte sopra le pagine…. altre volte la calligrafia si fa incomprensibile, ma dal tratto, dalla grandezza e dal colore si riesce comunque a capire cosa si nasconde…