…. esse est percepi ….

Oggi è un leitmotiv diffuso che basti un po’ di materia scioccante per fare un’opera d’arte contemporanea. Ma il vero Reale del dispositivo video (…), il vero trauma è il fatto che al di là dello schermo non c’è nulla, il fatto che l’Altro non ci vede, che il trauma è lo schermo stesso, o meglio la sua natura di “mediatore” (come dice Lacan).
(…)
La centralità del modello panottico deve la sua forza simbolica all’idea di uno “sguardo che tutto vede senza essere visto”. Ma un simile sguardo non sarebbe esattamente lo sguardo dell’Altro?

Giustamente, Žižek nota come oggi forse è più valido il tragicomico rovesciamento della situazione benthamiana, per cui la paranoia viene determinata non dalla sensazione di essere sempre controllati, ma inversamente dalla paura di non essere visti, di non essere “sullo schermo”…”Il soggetto ha infatti bisogno dello sguardo della telecamera che funge da garante ontologico del suo essere”.

 

Marco Senaldi, Doppio sguardo: cinema e arte contemporanea, Bompiani 2008.