mezzogiorno

La foto della scuola non mi assomiglia più
Ma i miei difetti sono tutti intatti
E ogni cicatrice è un autografo di Dio
Nessuno potrà vivere la mia vita al posto mio
Per quanto mi identifichi nel battito di un altro
Sarà sempre attraverso questo cuore
E giorno dopo giorno passeranno le stagioni
Ma resterà qualcosa in questa strada
Non mi è concesso più di delegarti i miei casini
Mi butto dentro vada come vada…

Vite a scadenza

 

Cinquanta: Non voglio saperne di voi! Mi siete tutti indifferenti. Mi siete indifferenti perché non esistete. Voi non siete vivi. Voi siete tutti morti. Io sono l’unico. Io sono vivo.
Io non so quando morirò, per questo sono l’unico. Voi andate strisciando con quel
prezioso, piccolo fardello appeso al collo. I vostri anni ve li portate appesi al collo.
Sono pesanti da portare? No! Non sono pesanti. Non sono molti! Ma a voi questo
non importa. Perché siete già morti! Io non vi vedo affatto. Non siete nemmeno
ombre. Non siete niente. Io cammino in mezzo a voi solo perché sentiate quanto
vi disprezzo. Uditemi, voi gente, voi bravi morti, anche gli anni che portate appesi
al collo sono falsi. Credete che siano vostri. Ne siete così sicuri. Ma non c’è niente
di sicuro. E’ tutto falso. Voi portate appese al collo delle capsule vuote. Le capsule
sono vuote. Non sono vostri nemmeno gli anni che credete vi appartengano! Non
avete niente! Non c’è niente di sicuro! Le capsule sono vuote! Tutto è incerto
come lo è sempre stato. Chi ha voglia di morire, può farlo già oggi stesso. Chi non
ne ha nessuna voglia, beh, morirà lo stesso. Le capsule sono vuote! Le capsule
sono vuote!

[…]

Elias Canetti, Vite a scadenza.

Breve storia di come non ho mai fumato

Mi sembra quasi strano essere diventata grande senza aver mai provato a fumare una sigaretta. Quasi me ne vergogno, come se fossi una puritana che ha paura di chissà cosa.

Di fatto la curiosità di provare c’è stata, appena dopo l’adolescenza, quando finalmente imparavo a stare un po’ al mondo da sola. Prima non ne avevo mai né sentito il bisogno, né ero stata in compagnia con qualcuno che fumasse, quindi in realtà semplicemente non ce ne era mai stata occasione.

Poi la curiosità arrivò. E la nostra coinquilina, che invece aveva tranquillamente provato, promise di portare le sigarette di sua madre, che ormai non fumava più, perché molto malata.

Non fece in tempo, semplicemente.

Una mattina squillò il nostro telefono – il mio, per l’esattezza, perché il suo era spento – e ci avvisarono che sua mamma non c’era più.

Cambiò tutto, e non cambiò nulla. La sua vita si rivoluzionò, la nostra ebbe uno scossone, poi tornò alla normalità.

L’unica cosa che è rimasta è il sapore mai conosciuto di quelle sigarette. Svanite, sconfitte da una realtà più dura, più importante. Ogni volta che mi è stata offerta, o mi è stato chiesto se fumassi, ogni singola volta, mi è tornata in mente la telefonata di quella mattina, in un insieme di ricordi che la mia testa ha cucito insieme in modo arbitrario.

Non è un giudizio, non è la paura che il fumare porti alla stessa fine di quella donna, è semplicemente un ricordo, una malinconia, un’emozione. La morte che serve a rimettere a posto le cose importanti della vita, che sconfigge la superficialità. Si riprende il proprio spazio e mi impone una pausa, un momento di respiro, per ricominciare a vivere con maggiore consapevolezza. E questa consapevolezza di pienezza di vita vince ogni volta su qualsiasi desiderio, su ogni offerta. Ogni volta mi fermo. E ricordo.

venerdì

Sei stanca, sfinita, aspetti la sera, la doccia e il divano. E’ tutta settimana che vedi solo i tuoi colleghi, i tuoi alunni, conosci tutti i genitori, ascolti i loro problemi, li carichi di altri pesi, dissimuli. Pensi solo a quanto hai già fatto.
Poi ti chiedono: “come ti senti?” e l’unica verità che il tuo cuore sa è: CARICA!

Pronti via

#ohvita

Quando un solo testo non basta…. :)

Ogni istante   –   Yours to keep    (Elisa)

 

E così, scegliere 
che ci sia luce nel disordine 
è un racconto oltre le pagine 
Spingersi al limite
non pensare sia impossibile 

Camminare sulle immagini
e sentirci un po’ più liberi
se si può tremare e perdersi
è per cercare un’altra via nell’anima,
strada che si illumina,
la paura che si sgretola,
perché adesso sai la verità: 
questa vita tu vuoi viverla 
vuoi viverla 

E così, sorridere 
a quello che non sai comprendere 
perché il mondo può anche illuderci 
che non siamo dei miracoli 
e se ci sentiamo fragili
è per cercare un’altra via nell’anima,
strada che si illumina,
e la paura che si sgretola,
perché adesso sai la verità:
questa vita tu vuoi viverla
vuoi viverla

E vivi sempre,
ogni istante
Vivi sempre!

 

Twenty years, be a good soul
Go by fast and you’re not in control
It might have something to do with God
Twenty years, by the way, wipe your face
They will leave no trace
Except for the love you meant to give
Except for the love you meant to receive
Count your blessings, they can’t hide so well

All I care for is this energy,
holds nothing but infinity
I’ve got no words to tell you what it is
I’ve got no mind to tell you about mystery
But as for my heart is yours to keep, is yours to keep.

Twenty years, rock and roll
Keep on rockin’ in a not so free world
Throw your arms on everyone
Climb a ladder all the way to the sun.
Count your blessings, they can’t hide so well
All I care for is this energy holds nothing but infinity,
I got no words to tell you what it is
I got no hands to count up material things
But as for my heart is yours to keep

Yours to keep
Yours to keep

 

This energy holds nothing but infinity
I got no words to tell you what it is
I got no mind to tell you about mystery
But as for my heart is yours to keep

 

20 anni, essere un’anima buona
Il tempo è volato e non hai il controllo
Deve avere qualcosa che ha a che fare con Dio
20 anni, comunque, asciugati il viso,
Non lasceranno alcuna traccia
Ad eccezione dell’amore che volevi dare
Ad eccezione dell’amore che volevi ricevere
Conta le tue benedizioni, non possono nascondersi così bene

Tutto ciò a cui tengo è questa energia,
Non contiene altro che l’infinito
Non ho parole per dirti cosa sia
Non ho alcuna intenzione di parlarti del mistero
Ma per quanto riguarda il mio cuore è tuo, è tuo da custodire.

20 anni, rock and roll
Continua a suonare in un mondo non così libero
Abbraccia tutti
Sali su una scala fino al sole.
Conta le tue benedizioni, non possono nascondersi così bene
Tutto ciò che mi interessa è che questa energia non stringe null’altro che l’infinito
Non ho parole per dirti cosa sia
Non ho mani per contare le cose materiali
Ma per quanto riguarda il mio cuore, è tuo

E’ tuo

 

Chi sono io?

Chi sono io?

Chi sono io? Spesso mi dicono
che esco dalla mia cella
disteso, lieto e risoluto
come un signore dal suo castello.

Chi sono io? Spesso mi dicono
che parlo alle guardie
con libertà, affabilità e chiarezza
come spettasse a me di comandare.

Chi sono io? Anche mi dicono
che sopporto i giorni del dolore
imperturbabile, sorridente e fiero
come chi è avvezzo alla vittoria.

Sono io veramente ciò che gli altri dicono di me?
O sono soltanto quale io mi conosco?
Inquieto, pieno di nostalgia, malato come uccello in gabbia,
bramoso di aria come mi strangolassero alla gola,
affamato di colori, di fiori, di voci d’uccelli,
assetato di parole buone, di presenza umana,
tremante di collera davanti all’arbitrio e all’offesa più meschina,
agitato per l’attesa di grandi cose,
preoccupato e impotente per l’amico infinitamente lontano,
stanco e vuoto nel pregare, nel pensare, nel creare,
spossato e pronto a prendere congedo da ogni cosa?

Chi sono io?
Oggi sono uno, domani un altro?
Sono tutt’e due insieme? Davanti agli uomini un simulatore
e davanti a me uno spregevole vigliacco?
Chi sono io? Questo porre domande da soli è derisione.
Chiunque io sia, tu mi conosci, o Dio, io sono tuo!

 

Dietrich Bonhoeffer, RESISTENZA E RESA, Lettere e scritti dal carcere

Bonhoeffer scrisse questi versi nel carcere di Tegel, a Berlino, dove fu rinchiuso per motivi politici. Morì impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg nel 1945.